“Il consumo di droga è aumentato con la pandemia e fa nuove vittime tra i giovani e le persone più fragili. È un dramma che durerà per molto tempo”.
Parliamo di una delle conseguenze più preoccupanti della crisi sociale scatenata da coronavirus e lockdown. Lo facciamo con lo psicoanalista Maurizio Montanari, che abbiamo già sentito sugli effetti sulla mente della pandemia negli articoli che trovate in fondo, e con il medico Michele Garagnani, sulla base della loro esperienza sul territorio. Entrambi si occupano di disagio psicologico, fisico e mentale con il centro clinico Libera Parola nel comprensorio di Modena e Bologna.
“Nell’isolamento i tossicomani gravi hanno aumentato il consumo nonostante le difficoltà nel reperire gli stupefacenti, quelli occasionali l’hanno diminuito per evitare i problemi aggiuntivi con la legge per le regole del lockdown”, ci dice Montanari. “Nel frattempo, proprio la difficoltà nel trovare la droga ha provocato in alcuni pesanti crisi di astinenza e sfoghi violenti in casa. Troppe donne sono state il primo bersaglio impotente di queste botte”.
“Ci sono poi le nuove vittime della tossicodipendenza che incontriamo sul territorio”, interviene Garagnani. “La sofferenza per la privazione dei contatti sociali ha portato chi è psicologicamente più fragile a cercare ‘soddisfazioni’ negli stupefacenti. È successo anche con gli abusi di cibo, alcol o psicofarmaci. È cresciuto in particolare il consumo di cocaina: scorre a fiumi tra trentenni, quarantenni e cinquantenni e tra troppi ragazzi”.
“I giovani sono stati così colpiti anche perché è mancato il controllo della scuola, garantito con occhio attento e rischio di sanzioni sui comportamenti”, spiega Montanari. “Lo spaccio nel frattempo è cambiato: i ‘piccoli’ hanno rallentato, quello più strutturato si è riorganizzato con una rete capillare di telefonate, bigliettini, corrieri, WhatsApp, social network e dark web che arriva alla consegna a domicilio. Tra gli adolescenti si sono diffuse soprattutto le droghe sintetiche come gli acidi, che si possono ordinare facilmente grazie a social e internet. Per loro, come per tutti, la seconda ondata è stata peggiore come impatto sulla psiche. Prima c’era l’emergenza ma anche la speranza che finisse tutto con l’estate. Ora sono arrivate disperazione e rassegnazione, che possono spingere alla fuga nella droga: se non c’è scampo, perché mi devo preservare?”.
“In troppi rischiano di uccidersi per paura di morire”, ribadisce Garagnani. “L’allarme riguarda anche l’abuso di alcol. Senza più il limite di dover andare a scuola o al lavoro, di dover guidare o comunque uscire, sono stati sdoganati gli abusi in casa da soli”.
“Come danni e diffusione, parlare di cocaina e alcol è come parlare della pioggia e della grandine”, conclude Montanari. “L’alcolismo è una piaga che distrugge mente e fisico e colpisce molte più persone. E l’aumento di tossicodipendenti e alcolisti è un dramma che non si risolverà con la fine della pandemia. Tantissimi rimarranno in questo tunnel per anni: se continuiamo a trascurare il problema, pagheremo prezzi sociali e individuali molto molto alti”.